L'autenticità dei luoghi, il clima mite, e l'ospitalità dei suoi abitanti sono stati resi immortali dalla lente cinematografica di grandi registi che hanno scelto queste location inviolate per ambientare celebri sequenze per il loro divi: il primo fu Amedeo Nazzari nel 1946, seguito negli anni da altre celebrità del cinema italiano (Luca Zingaretti, Corrado Fortuna, Aldo Giovanni & Giacomo, e molti altri) ma anche da stelle del firmamento hollywoodiano come Julia Roberts, Gorge Clooney, Sylvester Stallone, Anthony Quinn, Brad Pitt e Catherine Zeta-Jones.
Tutto ciò ha permesso alle tonnare, ai faraglioni e alle grotte tra Castellammare e Scopello di diventate negli anni le vivide cartoline del mediterraneo, conosciute e amate in tutto il mondo.
Per il celebre poeta teutonico la Sicilia era la "chiave di tutto": visitarla e viverla significava placare quell'ansia intellettuale ed emotiva che a fine Settecento spingeva gli animi spirituali dal nord-europa verso l'Italia.
Oggi la Sicilia rimane l'enigma più imperscrutabile di tutto il mediterraneo, isola da sempre suggestionata dalle molteplici influenze ma che conserva un'identità tanto protetta quanto complessa, regalando un'esperienza senza pari al viaggiatore.
Le sue aree costiere, luoghi magici per gran parte dell'anno (dalla fioritura dei mandorli a febbraio ai tiepidi bagni del mare novembrino), hanno plasmato una nuova consapevolezza nel viaggiatore, la cui sensibilità riscopre la combinazione di mare, cultura, storia, folklore, gastronomia, natura, e bellezza che ha reso unici ampi scorci di questa splendida isola: dalle poetiche saline di Trapani agli imponenti templi di Agrigento, dal fascino delle Egadi al rapimento magico di Pantelleria.
La Sicilia è terra di dolci, gelati e granite, tante delizie che da secoli vengono preparate allo stesso modo. I cannoli vengono riempiti sul momento di ricotta fresca, e guarniti con frutta candita e scaglie di cioccolata. Anche la cassata è una torta a base di ricotta, fatta con pan di spagna, marzapane e frutta candita racchiusa in una glassa di zucchero riccamente decorata.
Del trapanase è il sorbetto al gelsomino, raffinatissimo gelato inventato dagli arabi che per primi aromatizzarono la neve delle 'nivere' di montagna con questo profumatissimo fiore per farne il prelibato 'sherbet' estivo.
Tipicamente autunnale è, invece, la 'frutta Martorana', che prende il nome dall'omonimo convento benedettino di Palermo. La ricetta, nel tempo, è stata tramandata dalle suore ai migliori pasticceri, che lavorano con maestria mandorle e zucchero per ottenere piccole sculture per ogni ricorrenza (la frutta, appunto, in autunno, personaggi del presepe a Natale, le pecorelle a Pasqua).
Passeggiando per i mercati storici o all'interno dei piccoli borghi marinari sarete travolti da un caleidoscopio di aromi, tutti forti e decisi come il carattere del popolo siciliano. Tra i banchetti o le piccole botteghe del sapore si alternano prodotti della terra, come le olive nere e verdi, i pomodori secchi, le mandorle e i pistacchi, i capperi, i peperoni, le melanzane la verdura e gli agrumi dal sapore unico che questa isola regala, e i prodotti del mare, opesce appena pescato, crostacei e mitili di ogni sorta, che il mediterraneo dà in dono a chi sa apprezzare i gusti raffinati di una cucina che somma a queste primizie le carni, il pollame e i formaggi di una lunga e sapiente tradizione.
Ogni singolo sapore è il retaggio di una cultura che su questa isola è passata ed ha lasciato il segno: la civiltà greca delle olive e della ricota salata, il cous cous degli arabi, il baccalà fritto dei normanni…
Gli occhi di un siciliano sono i mille volti delle tante dominazioni, racchiusi in un solo sguardo, che di ogni popolo ha saputo prendere ciò che vi era di più bello, ma ricordando sempre la propria tradizione, conservata nell'intensità delle espressioni, nei gesti rituali, nella filosofia popolare e nel portamento fiero che contraddistingue ogni abitante di questa grande isola.
Volti che oscillano tra pazienza e speranza, tra un difficile passato e un domani diverso, tra l'aristocrazia e la povertà. Volti di ragazzi con la voglia di rivincita, volti di uomini vestiti a festa, di anziani contadini bruciati dal sole ardente, di donne femminili e austere dalle maniere ora dolci e ora severe. Mille volti di mille bellezze.
Un Capolavoro del Patrimonio Orale e immateriale dell'umanità' è stata la definizione dell'UNESCO attribuita all'Opera dei Pupi, il teatro delle marionette siciliano, custode di arte secolare e tradizione popolare, che rievoca le gesta dei paladini di Francia. Uno spettacolo nello spettacolo, dove i pupi, splendenti in corazze cesellate e drappi eleganti, vengono manovrati con precisione dai pupari su fondali colorati, facendo rivivere al pubblico accalorato le gesta dei poemi cavallereschi più famosi.
Sono un miracolo degli antichi déi quelle imponenti colonne sopravvissute alle guerre e al trascorrere del tempo.
È il tempio di Segesta, monumento datato attorno al 430 a.C., che appare nella sua maestosa solitudine adagiato tra il verde delle colline. Di fronte a lui, sulla collina opposta del prezioso sito archeologico, sorgono i resti di un antico Teatro greco, dove, oggi come allora, gli individui si radunano per emozionarsi ed applaudire agli spettacoli delle rappresentazioni classiche, moderne e d'avanguardia ed al panormama mozzafiato che esso offre.